martedì, 05 novembre, 2024
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TOSCA - regia Joseph Franconi Lee

"Tosca", regia Joseph Franconi Lee. Foto Roberto Ricci "Tosca", regia Joseph Franconi Lee. Foto Roberto Ricci

melodramma in tre atti di Giacomo Puccini
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Dal romanzo di Victorien Sardau
allestimento firmato da Joseph Franconi Lee
da un’idea di Alberto Fassini
scene e costumi: William Orlandi 
luci: Andrea Borelli
Maestro concertatore e direttore: Daniel Oren
Filarmonica Arturo Toscanini
Coro del Teatro Regio di Parma, maestro Martino Faggiani,
Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma
maestro del coro di voci bianche Massimo Fiocchi Malaspina.
In scena: Maria José Siri (Floria Tosca), Luca Salsi (Scarpia), Fabio Sartori (Mario Cavaradossi), Luciano Leoni (Angelotti), Roberto Abbondanza (Sagrestano), Marcello Nardis (Spoletta), Eugenio Maria Degiacomi (Sciarrone), Lucio Di Giovanni (un carceriere), Sofia Bucaram (un pastore).
Teatro Regio di Parma 14 maggio 2024

www.Sipario.it, 25 maggio 2024

Trionfo al Teatro Regio di Parma di “Tosca”, superbo Luca Salsi nel ruolo di Scarpia
Tutto perfetto: cantanti, direzione d’orchestra, scenografia in felice accordo 

Un vero trionfo. Per lo spettacolo in sé, l’opera di Puccini, l’amatissima “Tosca”, la potente visione scenografica, il rigore d’insieme, la magica direzione di Daniel Oren, gli eccellenti interpreti, perfetti anche Maria José Siri (Floria Tosca) e Fabio Sartori (Mario Cavaradossi) annunciati, appena prima dell’apertura di sipario, quali sostituti di Anastasia Bartoli e Brian Jadge, il tutto però con un quid speciale che ha moltiplicato ulteriormente gli applausi sempre al massimo grado, una specie di gioia collettiva: merito della presenza di Luca Salsi, superbo nel ruolo di Scarpia, cittadino di Parma. Una debolezza emotiva? Forse, ma infine comprensibile il piacere di riconoscere la strepitosa maturità di un cantante conosciuto, cresciuto nel territorio, che con tenacia, molto studio, non solo ha raffinato con cura ammirevole  la sua voce, ma sa dedicarsi con passione anche alla definizione del personaggio, scegliendo posture, gesti,  movimenti sulla scena. Qui uno Scarpia che fonde in sé, con l’arroganza del potere, la sicurezza di meritare la donna da conquistare, non importa se con il ricatto, mentre lascia trapelare, senza avvertire contraddizioni, una radicata religiosità rituale, pronto a mettersi in ginocchio al passaggio della processione, tanti crocefissi tra gli oggetti sparsi della scrivania. 

Una “Tosca” dalla lunga storia, visto a Parma anche nel 2009, notevole l’efficacia visiva, tra il bianco e nero, molte candele, con presenze qua e là di rosso per la stanza della tortura, il cielo sopra Castel Sant’Angelo, lo scialle di Tosca con cui Scarpia cerca di tirarla a sé. Sempre presente l’imponente scalinata tra gigantografie di statue e tele sacre, lì dove, nella prima scena, è stesa la tela che Cavaradossi sta dipingendo con lunghi pennelli, della Attavanti il volto della Madonna, motivo di gelosia per Tosca. Tra i tanti motivi interni all’opera, tra lotta politica, eroismi ed erotismi, anche questa suggestiva convivenza di competenze artistiche, il canto per Tosca, la pittura per Cavaradossi, di un’ironia tragica i consigli della donna, esperta della scena, su come deve cadere il suo amato in quella fucilazione che loro credevano finta, il saluto nell’illusione che presto sarebbero partiti insieme, lontani da Roma.  Commoventi le prefigurazioni nella scrittura musicale, poderosa la figura di Scarpia voglioso peccatore qui reso con densità su più piani, per canto e recitazione, praticamente sempre in scena nel secondo atto, ucciso nel suo studio, colpito a morte da Tosca. Tra gli effetti visivi regala una dimensione onirica il grande specchio a lato che riflette il passaggio delle guardie su quegli spalti da cui si sarebbe gettata Tosca. Efficaci anche le luci, soffuse, tenebrose. Sì: una “Tosca” magnifica.

Valeria Ottolenghi

Ultima modifica il Domenica, 26 Maggio 2024 12:14

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