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Pier Luigi Pizzi

DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA (LA) – regia 
Pier Luigi Pizzi

Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni in "La dolce ala della giovinezza", regia Pier Luigi Pizzi Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni in "La dolce ala della giovinezza", regia Pier Luigi Pizzi

di Tennessee Williams
traduzione Masolino d’Amico
con ELENA SOFIA RICCI
e 
GABRIELE ANAGNI
e con
 Chiara Degani
, Flavio Francucci
, Giorgio Sales, 
Alberto Penna
, Valentina Martone, 
Eros Pascale
, Marco Fanizzi
scene e costumi Pier Luigi Pizzi

musiche Stefano Mainetti

light designer Pietro Sperduti
regia PIER LUIGI PIZZI
Produzione Fondazione Teatro della Toscana – Best Live
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023

www.Sipario.it, 1 febbraio 2023

Cos’è la solitudine? Il dolore che consegue a vedere svanire come fumo nell’aria sogni e speranze? Quella sensazione di vuoto nella quale piomba l’animo dopo tanti dispiaceri, e non si sa più a cosa aggrapparsi per cercare di tirare avanti nel migliore dei modi? Psicanalisti e filosofi lo avranno spiegato benissimo. Ma quanto poco s’imprimono nel cuore quelle pagine. Quanta poca vita – se vita c’è – si respira fra le parole di uno studioso che tutto sottomette alla ragione. No! Per capire il vulcano di sentimenti neri che ci sovrasta, e dai quali si riemerge a fatica, non esiste via migliore della commedia La dolce ala della giovinezza, in scena al Quirino, con una sublime Elena Sofia Ricci e un bravissimo Gabriele Anagni nei panni dei protagonisti.
Tennessee Williams è un drammaturgo severo, spietato, estraneo alla retorica. Non fa sconti ai suoi personaggi. Non teme di calarli in situazioni spiacevoli. Ma l’impressione che se ne ha, una volta chiuso il sipario, è quella di aver assistito a un gioco d’azzardo il cui primo giocatore è proprio l’autore della pièce. E già, perché neanche Williams sa cosa può accadere alle sue creature una volta innescate certe situazioni, una volta delineate determinate personalità. Sarà tutto una sorpresa. E anche agli interpreti, così come al regista, non resta che adeguarsi a questo gioco alla cieca, pericoloso e avvincente per tutti, in primis per gli spettatori.
È una caratteristica che si delinea in modo pazzesco proprio ne La dolce della giovinezza, dove la protagonista (Alexandra del Lago) è una donna in preda alla solitudine che si aggrappa disperatamente a un’altra solitudine non meno disperata (Chance Wayne). I due s’incontrano per caso, s’intuiscono a vicenda, consumeranno piacevoli ore di sesso senza amore nella stanza di un hotel di lusso, comprenderanno di poter essere l’uno parassita dell’altra (e viceversa) e decidono di stare al gioco pur di non restar soli, altrimenti entrambi sono finiti. Ma nulla andrà come previsto. Con Williams il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Ma non è lui a prevederlo. È la storia stessa a tendere a tutti il suo trabocchetto finale e geniale.
Che meraviglia Elena Sofia Ricci nei panni di Alexandra: leggiadra, elegante, eterea. Anche nei momenti in cui il suo personaggio deve sfoderare aggressività e dosi abbondanti di cinismo, la Ricci non lo rende mai crudo, mai freddo, mai disgustoso. Al punto che è impossibile non simpatizzare con Alexandra. Questa è vera classe attoriale.
E quanto è bravo Gabriele Anagni nel vestire i panni di Chance Wayne. Per tutta la durata della commedia mantiene sempre quell’aura d’innocenza mai del tutto perduta, quella sensibilità che non lo ha mai veramente abbandonato. Nonostante l’età adulta, le prove cui la vita lo ha obbligato, comunque quello di Anagni è un Chance che non ripudia del tutto la sua umanità. E questo, sotto il profilo recitativo, è poetico.
Con degli attori così, non si può che applaudire e commuoversi.
Che gran teatro!

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Giovedì, 16 Marzo 2023 18:29

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