Di e con Lara Sansone
E con Mario Andrisani, Mario Aterrano, Tony Guido, Antonio Marino, Massimo Peluso, Lucio Pierri
Con la partecipazione del balletto e dell’orchestra del Cafè Chantant
Scene Michele Gigi, Francesca Mercurio
Musiche e direzione d’orchestra Ettore Gatta
Costumi Romeo Gigli, Mariano Ranno
Coreografie Alessandro Di Napoli
Disegno luci Luigi Della Monica
Trucco e parrucco Ciro Florio
Organizzazione Salvatore Vanorio
Accessori Carmine Russo
Produzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Al Teatro Sannazaro di Napoli, dal 5 al 21 aprile 2024
Tavolini ricoperti da bianche tovaglie ed eleganti sedie altrettanto bianche a sostituire le classiche poltrone della platea, sono il primo elemento che si incontra entrando al Teatro Sannazaro, in sala, per assistere al Nuovo Cafè chantant, che porta, stavolta, il sottotitolo di Rebelle. Forse perché un po’ ribelle e irriverente lo è davvero, come l’esagerazione della tradizione da Belle Époque vuole. Immaginiamo di essere a Parigi, scegliete voi se sul finire del Settecento, in pieno Ottocento o nei primi del Novecento. Le sale da concerto spopolano e fanno il pieno di spettatori, un pubblico che ha voglia di vedere uno spettacolo creativo, dal format (un canovaccio direbbero nella vecchia cara Commedia dell’Arte) basico, su cui installare a piacere interazioni varie con gli spettatori, risate, battute, satira attuale e canzoni della tradizione. Hanno tutti lo stesso scopo: divertirsi e far divertire, mettendo a disposizione un cast di artisti a tutto tondo capaci di generare magia con le loro arti, con la voglia di esagerare tra piume, lustrini, paillettes, mettendo per un momento, anzi per qualche ora, il mondo esterno fuori dai pensieri. Ma al tempo stesso portandolo nella sua pienezza all’interno del teatro, di quei caffè concerto che prendono spunto proprio dalla politica, dai fatti del momento, insomma dalla contemporaneità per costruire sketch e gag e stimolare la risata. Un popolo come quello napoletano, incline dalla sua alba alla musica, l’allegria, la recitazione e l’arte in tutte le sue forme, non poteva non avere una tradizione di cafè chantant alle sue spalle che ancora oggi, nonostante sia declinata in modo diverso, resiste al tempo che passa e mette in scena non soltanto il suo forte repertorio (canzoni, dialetto, comicità e gestualità tipica della sua stessa costituzione formale), ma anche i brani più ascoltati e ballati degli ultimi anni, in sfumature nuove, struggenti, armoniche o intime e il balletto sulle note moderne o dell’epoca come il classico dei classici can can del Moulin Rouge. La canzone napoletana e la storia del genere si collegano e si fondono per dare luogo ad una confusione costruita, ma spontanea e dorata, come le luci di un varietà televisivo dove tutto il possibile (e non) sembra poter accadere. Il caffè concerto vede il suo declino in un secolo, quello scorso, in cui la radio e il cinema iniziarono a prendersi la scena delle altre forme d’arte, soprattutto ai loro esordi, lasciandone però traccia negli ancora frequenti e molto più inglesi music – hall (oggi evolutisi nei nostri musical, di discendenza sì anglosassone, ma ormai anche di tradizione italiana ed europea in generale e nelle commedie musicali). Lara Sansone, attrice acclamata di televisione e di teatro, direttrice artistica del Sannazaro, è ancora, nella sua brillante figura, piumata, paillettata, accompagnata da elementi esotici e quasi surreali, impossibili per strada e consueti sul palco, la regina indiscussa di questo cafè concert riaperto per l’occasione, che ogni anno accende un entusiasmo da sold out in ogni replica e coinvolge gli spettatori scherzando con loro senza filtri. Un inno alla vita, alla spensieratezza e alla leggerezza. Attenzione però, non leggerezza intesa solo come la frivolezza dei costumi, le luci e le coreografie, non fatta solo di ballerine che salgono sui tavolini e muovono le frange dei vestiti, perché come sosteneva Calvino nelle sue Lezioni americane: «Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore». I cafè chantant celebravano la bellezza e lo splendore di un mondo colorato, ma contemporaneo, l’esuberante stile delle sciantose (chanteuse), arrivate nella tradizione italiana e napoletana del teatro di varietà, avanspettacolo e rivista. La proiezione di un mondo che non ha smesso di esistere un secolo fa, ma che ha lasciato tracce ancora vive nella memoria storica e nel costume di oggi a partire dai termini, dal gusto, dalla tendenza ancora attuale a fare del teatro un luogo di magia, dove un po’ di polvere di stelle si posa sulle teste di chi vi entra in punta di piedi e fa esplodere poi un’allegria contagiosa. E poi, voi non siete curiosi di vedere come si balla con un lampadario sulla testa?! Francesca Myriam Chiatto