coreografia e regia: John Neumeier
dal romanzo di Alexandre Dumas (figlio)
coreografia ripresa da Victor Hughes
musica: Fryderyk Chopin
direttore: Ermanno Florio
pianoforte: Andrea Padova
scene e costumi: Jürgen Rose
luci: John Neumeier
con Lucia Lacarra / Marta Romagna / Emanuela Montanari, Roberto Bolle / Gabriele Corrado / Massimo Murru
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Milano, Teatro alla Scala, dal 1 al 24 ottobre 2008
Lucia Lacarra e Roberto Bolle hanno trionfato, alla Scala, nella ripresa della «Dame aux camélias» (in scena fino al 24 ottobre), balletto romantico creato da John Neumeier nel 1978 per la grande danzatrice Marcia Haydée ad Amburgo. È la storia di Margerita Gautier e Armand Duval raccontata da Alessandro Dumas figlio e resa celebre in tutto il mondo dall' opera «La traviata» di Giuseppe Verdi: una tragica parabola dell' amore impossibile che ha una forte valenza simbolica e che resta nell' eternità dei nostri sentimenti. Neumeier usa musiche di Chopin, scelta perfetta, affidate al pianista Andrea Padova e all' orchestra diretta da Ermanno Florio: ne viene una atmosfera lirica e melanconica che ben si adatta alla vicenda. Il balletto prende il via dalla vendita all' asta dei beni di Margherita, e si snoda in flashback sul filo dei ricordi di Armand. In più il coreografo crea un parallelo col destino di Manon Lescaut, introducendo nelle feste galanti del 1840 parigino i fatti dolorosi narrati dall' abate Prévost. Singolarmente, l' allestimento bellissimo di Jurgen Rose sembra spostare i tempi del racconto in un clima elegantemente proustiano. Sul filo rosso di intensi «duetti», nei quali i due protagonisti esprimono una amplissima gamma di sentimenti, il balletto crea un' atmosfera vibrante, molto vicina al «melodramma». Le feste, i peccati, le bravate giovanili, il senso magico della vita si materializzano in una scrittura coreografica veloce e ricca di passi e di gesti dove tradizione e modernità si uniscono. Il Corpo di ballo, con i suoi solisti, si è mosso con fresca precisione, meritando il consenso del pubblico.
Mario Pasi